Premio Internazionale Nonino 1995
Jaan Kross
“Il pazzo dello zar” di Jaan Kross è un grande romanzo che arriva da un mondo periferico ed appartato, spesso ignorato nella coscienza europea, ma straordinariamente ricco di tradizioni culturali. Affondando le proprie radici nel composito crogiolo della sua Estonia – in cui s’incontrano, si mescolano, si scontrano e si fondono la civiltà ugro-finnica, quella baltica, quella scandinava, quella russa e quella tedesca – Jaan Kross ha scritto un possente romanzo, che è anche una drammatica parabola dei rapporti fra gli intellettuali e il potere – una realtà che lo scrittore ha vissuto sulla propria pelle durante gli otto anni della deportazione in Siberia all’epoca di Stalin. Evidentemente persuaso, come Svevo, che la vita sia “originale” e più originale dell’invenzione romanzesca, Kross narra una vicenda realmente accaduta a personaggi realmente vissuti, ma la ricrea con potenza fantastica e intensità poetica. La storia del suo colonnello Timoteus von Bock – vittima dei suoi progetti emancipatori e liberali, dichiarato folle, imprigionato e poi sorvegliato con ossessiva perfidia – diviene un simbolo dell’insopprimibile sogno di libertà e insieme dell’ambiguità della vita, sullo sfondo di un paesaggio naturale e storico ritratto, con maestria nella sua affascinante e multiforme complessità.